Urzì Saro - Attore del cinema (Catania 1913 - San Giuseppe Vesuviano [Napoli] 1979). Famoso, dopo uno dei suoi primi film, come « il maresciallo ».
II regista Pietro Germi, mentre preparava, nel '49, In nome della legge, si vide passare dinanzi agli occhi Saro, il quale da tempo faceva I'ispettore di produzione e in quel momento collaborava alla messinscena e all'organizzazione; poichè gli occorreva una buona figura di meridionale, e quella gli parve la maschera adatta, alzo una mano: « Ehi, Urzi! — grido. — Tu sarai maresciallo».
Saro pareva nato per quella parte, che peraltro gli fruttò una « maschera d'argento ». (II cinema italiano del dopoguerra ci ha dato due immagini, convenzionali ma ormai classiche, di uomini della Benemerita: Saro Urzi il maresciallo e Roberto Risso il carabiniere; per tacere di De Ska; il resto e esemplato su questi clichè).
A undici anni era entrato nella troupe del circo di Ugo Togni, trapezista o garzone di stalla: un' avventura di due soli mesi, quà e la per la Sicilia. Poi si diede attorno con le filodrammatiche locali e con le compagnie di varietà,
finchè parti militare, fra i sommergibilisti.
Nel '37, con la compagnia di Rocco Spadaro, tentò la prima scalata di Roma, con scarso esito. Torno presto a Catania, a baciare la mamma morta, e l'anno dopo, al Comunale di Caltanissetta, fu un famoso Longino nella Morte e Passione.
Poco dopo si trasferi definitivamente a Roma e, dopo un noviziato di dodici anni nel cinematografo (da segretario a condirettore di produzioni), ricevette da Germi l'«ordine» di passare dall'altro lato della macchina da presa: davanti all'obiettivo, sotto il bersaglio del parco lampade.
« Tipo », al tempo stesso, bonario, esuberante e ridanciano. Ebbe una passione breve e furiosa per la concittadina, assai piu giovane, Daniela Rocca, con tentativi di suicidio. Gli amici lo chiamavano zu Saru, con affetto.
Ha partecipato a decine di film, fra cui alcuni degni di menzione: Tombolo, paradiso nero (1947, esordio); poi Il cammino della speranza (1951), II brigante di Tacca del Lupo (1953), II ferroviere (1956), L'uomo di paglia (1958) e Sedotta e abbandonata(1964), tutti di Germi;
cinque film tratti dal Don Camillo di Guareschi; II tesoro d'Africa (1953) di Huston, La vendetta del corsaro (1954) con Jean Pierre Aumont e Maria Montez, Lo sgarro (1961), Serafino (1968), Alfredo Alfredo (1972). Sedotta e abbandonata gli valse la « palma d'oro » a Cannes nel 1964.
Mori in casa della figlia il 1° novembre.
Enc. di Ct Tringale editore 1987
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